- Anno: 2006 - 2010
- Committente: Nuove Acque S.p.a.
- Settore: Infrastrutture
- Tipologia del servizio: Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e Direzione Lavori
- Importo dei Lavori: 1'483'000.00 €
Il presente progetto, redatto su incarico della società Nuove Acque S.p.a., gestore unico del Servizio Idrico Integrato per i Comuni dell’A.T.O. n°4, concerneva la realizzazione di una condotta di distribuzione di acquedotto che, a partire dalla cameretta di manovra e derivazione ubicata in prossimità del Serbatoio di S. Casciano (posto nel centro cittadino di Sansepolcro), avrebbe alimentato l’abitato di Santa Fiora e la limitrofa zona industriale nel Comune di Sansepolcro (AR). In un ottica di ammodernamento della rete e di ottimizzazione degli interventi sulla stessa, fu inoltre prevista la riorganizzazione degli allacci delle condotte di distribuzione esistenti le quali, dal serbatoio di S. Casciano, alimentavano il centro di Sansepolcro, alcuni quartieri periferici della città nonché l'ospedale cittadino.
Il progetto si poneva come obiettivo anche la contestuale dismissione di un tratto residuo di condotta premente in cemento-amianto all'epoca esistente, la quale, a partire dal “Campo Pozzi Buitoni” ubicato in prossimità del Fiume Tevere, alimentava i due serbatoi principali presenti in città (“Serbatoio di San Casciano” e “Serbatoio di Baiocchino”). In sostituzione di detta premente fu previsto di realizzare una nuova condotta che, con tracciato alternativo rispetto a quello esistente, sarebbe stata posata per buona parte in affiancamento alla predetta nuova distributrice.
Sia la nuova condotta di distribuzione (sviluppo complessivo pari a 4'875 m) che quella da realizzare in sostituzione del tratto di premente in cemento amianto (per un tratto di 3'170 m), in armonia con i dettami del “Piano d’Ambito” e del successivo “Piano Quadro”, furono previste in tubazioni di ghisa sferoidale DN 200 (per la condotta distributrice) e DN 150 (per la condotta premente).
La contestuale ristrutturazione della condotta di spinta è stata tecnicamente motivata sia dalla necessità di procedere alla graduale dismissione delle condotte di cemento amianto, sia dalla possibilità di razionalizzazione della rete nel suo complesso, in quanto, nell’occasione dei lavori di realizzazione della nuova distributrice, è stato possibile allineare per due ampi tratti (per un totale di circa 2.5 km) le due condotte nelle medesime trincee di scavo con condivisione, ove possibile, delle medesime opere d’arte (attraversamento della Ferrovia Centrale Umbra, attraversamento della superstrada E45, camerette per le apparecchiature, ecc.), conseguendo sia economie d’impianto (minore incidenza degli indennizzi per costituzione delle servitù, per i ripristini stradali, ecc.) che di futuro esercizio.
La verifica ed il dimensionamento delle condotte è stata eseguita con il software di calcolo idraulico Epanet 2.0, che consente di eseguire una verifica di un acquedotto a maglie aperte o chiuse, sia in condizioni di moto permanente che gradualmente variato. Il funzionamento delle condotte è stato simulato per diversi scenari di progetto (portata media, portata di punta e portata massima, nell'ora di punta del giorno di massimo consumo, con e senza portata antincendio) adottando diversi valori della scabrezza omogenea equivalente in modo poter quantificare le perdite di carico distribuite sia nel caso in cui il rivestimento interno in malta cementizia delle condotte non presenti degradazioni che possano indurre un incremento della scabrezza (ipotesi a "tubi nuovi") sia nel caso che siano presenti incrostazioni all’interno delle tubazioni (ipotesi a "tubi usati").
La realizzazione delle condotte di progetto ha inoltre imposto un accurato studio delle problematiche indotte dalla risoluzione delle interferenze con le infrastrutture esistenti (quali l'attraversamento della Ferrovia Centrale Umbra e della superstrada E45) e con i corsi d'acqua presenti (Fiume Tevere e Reglia dei Mulini), che sono stati risolti mediante l'esecuzione di scavi a cielo aperto ovvero mediante la realizzazione di posa in opera con tecnologie "Trenchless" (senza scavo) quali spingitubo con vite a coclea o spingitubo a massa battente.
I lavori previsti hanno interessato aree urbane poste in prossimità del centro storico di Sansepolcro le quali, sebbene non rientrassero ufficialmente all'interno della perimetrazione delle "aree ad interesse archeologico" previste degli strumenti urbanistici comunali allora vigenti, furono comunque identificate come zone potenzialmente interessate dalla presenza di reperti archeologici interrati. Per tale motivo, di concerto con la Stazione Appaltante e su richiesta della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il progetto dispose che, durante la realizzazione degli scavi per la posa in opera delle condotte, i lavori fossero svolti sotto la continua vigilanza di un archeologo incaricato direttamente dalla Soprintendenza. Di fatto poi, come si osserva dalle foto sopra riportate, durante i lavori furono rinvenuti alcuni reperti archeologici, probabilmente di origine longobarda, consistenti nei resti di una sepoltura all'interno della quale erano presenti alcune strutture scheletriche complete, ancora perfettamente conservate